sabato 1 ottobre 2011

Conseguenze della lettera di Della Valle

Diego Della Valle ha comprato una pagina su Corriere della Sera, Repubblica. Il Sole 24 Ore, la Gazzetta dello Sport. I tre più autorevoli, il più venduto. È una inserzione a pagamento in cui DDV parla di politica, si rivolge ai politici e gli dice basta, vergognatevi, siete senza dignità, non avete senso di voi stessi né del paese. Secondo Sergio Bocconi (che ieri lo ha sentito) – pag.11 del Corriere della Sera di oggi, sabato – Della Valle ha scritto di slancio il testo da Parigi, ma ci pensava da un po', dopo una serie di interviste a testate estere in cui "aveva faticato senza riuscirci a spiegare e difendere il made in Italy, non quello industriale, ma quello politico". 
Della Valle è un uomo che non teme la battaglia (nella pagina ritratti di questo blog, c'è un profilo laterale di DDV, http://bit.ly/nGC9N7). Di questa iniziativa si discuterà molto. Per gli osservatori, la questione principale sarà quella di capire se esista un livello di collegamento tra l'attacco di Della Valle e i preparativi (peraltro ancora cauti) di Montezemolo di scendere in politica; e quale sia il reale stato dei rapporti tra entrambi e la Confindustria di Emma Marcegaglia, quest'ultima in una fase di netta opposizione al governo. Seconda questione: è possibile immaginare una forma di saldatura tra la voce europea del governatore Draghi – compendiata nella lettera della Bce al governo) e la spinta anti-Cav. dei leader industriali? 
Si torna come al solito al ragionamento sulla forza delle leadership borghesi e alla loro (eventuale) capacità di darsi una carnalità politica. Difficile a dirsi, ma il tema resta suggestivo. (Vedi post precedente su Mario Draghi).
Un punto, però, va ribadito: è evidente che queste èlite abbiano delle ragioni dalla loro parte. In vent'anni in Italia sono state fatte due riforme economiche e mezzo, mercato del lavoro, consolidamento bancario, metà riforma previdenziale.  Però, attenzione alla ripetizione sotto altra forma del pasticcio 92-93. Questa classe politica non va mandata a casa giocando di sponda con le procure. Va sostituita dentro un processo democratico, che dovrebbe partire anche dall'interno dei partiti (a cominciare ovviamente da Pdl e Lega, ma anche dal Pd). Parallelamente, nel quadro di scomposizione politica che inevitabilmente seguirà alla fine del Cav., sarebbe il caso di fare nascere delle forme di partecipazione politica più concrete (cioè non solo think tank) che si rivolgano direttamente all'opinione pubblica.