giovedì 1 novembre 2012

Una cosa di Gae Aulenti

In quella magia inventiva che furono le grandi lampade degli anni '60, Gae Aulenti mise la sua impronta con la Pipistrello. Disegnata nel 1965 per Martinelli Luce che ancora la produce, diventò presto un segno grafico del design internazionale di cinque decenni, ininterrottamente. La scheda tecnica recita: 
"LAMPADA DA TAVOLO O DA TERRA A LUCE DIFFUSA, REGOLABILE IN ALTEZZA CON MOVIMENTO TELESCOPICO.
DIFFUSORE IN METACRILATO opal bianco. TELESCOPIO IN ACCIAIO INOX. BASE E POMELLO IN METALLO VERNICIATO NEI COLORI BIANCO, TESTA DI MORO, ROSSO PORPORA E ALLUMINIO SATINATO".
L'altezza può essere regolata tra i 66 e gli 86 centimetri. Originariamente era disponibile solo in bianco e testa di moro, forse la versione più bella. Poi sono venuti gli altri colori. In realtà più che un pipistrello (per via della forma del diffusore), richiama un fiore, con i petali opalini e il gambo conico. 
Phaidon Design Classic non la include nei 999 oggetti più rappresentativi della storia del design; e tra le creazioni della Aulenti preferisce due oggetti disegnati per Fontanarte nel 1980, la lampada Parola e il Tavolo con ruote. Ma la Pipistrello – insieme forse a un'altra lampada disegnata per Martinelli, la Ruspa – ha una personalità più spiccata e una forza più domestica, in un certo senso, a cui deve il suo status iconico. Fa parte delle collezioni permanenti del Moma, del Metropolitan Museum of Art, e del Museum des Arts Decorative di Montreal.