domenica 6 novembre 2011

Settimana Incom di tv & politica alquanto situazionista (ma non lo chiamavano teatrino?)

Settimana poco bloggista. In compenso vista un po' di tv. Conclusioni tratte: molto cabaret e come minimo molto situazionismo.
Primo posto, la gag Santoro-Lavitola, vero esempio di infotainment con lavagnetta, allusioni alla tv dei plastici in studio, complicità attoriale spinta, battute da ambo le parti, molto buone in certi casi ma anche spiazzanti per chi crede nelle parti in commedia: Santoro è un uomo di tv politicamente e antropologicamente contro Lavitola e quello che Lavitola rappresenta, Lavitola – soprattutto in questo schema – dovrebbe essere per Santoro un uomo che si è sottratto a un ordine di custodia cautelare. D'altra parte Lavitola dovrebbe considerare Santoro il leader degli avvelenatori mediatici. Dunque perché flirtano?
Secondo posto, Straquadanio irragionevole davanti all'Hassler vs la telecamera di Piazzapulita. Prima mandato in onda per alcuni minuti da Piazzapulita medesima in una confezione televisiva più simile a un montaggio tipo Jene o Striscia la Notizia, che non alla veste di una trasmissione di approfondimento (si chiamano così) dedicata al tema "come si esce dalla crisi". P.S. lo stesso Straquadanio il giorno dopo verrà praticamente blobbato dalla Zanzara, trasmissione di approfondimento radiofonico.  
Terzo posto, siparietto Cav-Trem in conferenza stampa al G-20 di Cannes. Lo spettatore prova imbarazzo per chi fa le domande, imbarazzo per chi risponde.
Quarto posto, Travaglio vs Gori, che a Travaglio non è piaciuto per via del suo ruolo alla #Leopolda, il format, i temi, la sintesi pdf delle 100 proposte, ecc. Non tifando per nessuno, gli argomenti di Travaglio sono politicamente poco interessanti.   
Quinto posto, un attacco di Libero sul modo in cui Diego Della Valle va in video e si veste e usa le sciarpe (a Serviziopubblico), in cui si applica a DDV lo stesso metodo estetico-antropologico che per anni è stato stigmatizzato nella prassi degli avversari, da parte degli edificatori di una cultura pro-Cav.
Questo è quanto, teatrino (si chiamava così no?) con attori imbolsiti dalle parti ormai consumate. Del resto anche lo show-biz programmaticamente leggero è in crisi: p.es. la Littizzetto e una terribile battuta su Carlà e sua figlia.